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Le “proteste dei trattori” in Italia e in Europa, agricoltori contro la PAC: cosa succede e perché

a cura di Paolo Razzuoli

Le proteste degli agricoltori stanno bloccando le piazze di numerose città europee, tra cui anche l'Italia. Volendo molto semplificare, si può riassumere che le critiche sono contro la Politica Agricola Comune europea (PAC) e i risvolti sul settore rurale.
Cercando però di andare un po' più in profondità, viene allo scoperto che il tema vero è quello della sostenibilità, della transizione ecologica e di chi dovrà sostenerne i costi.
Che il tema dei cambiamenti climatici costituisca un'emergenza, direi che è sotto gli occhi di tutti. I fenomeni estremi sono sempre più frequenti e, al di là di questi, vediamo come il clima si stia modificando, con effetti sui cicli naturali, ed anche su noi esseri umani. Il tema della capacità di dare risposte utili e praticabili a questa emergenza è - a mio modo di vedere - forse la più difficile sfida a cui l'umanità viene chiamata. Una sfida che non può essere elusa, pena la trasformazione del nostro pianeta in un contesto sempre più difficile per la vita così come sinora la conosciamo.
Una sfida da far tremare le vene ai polsi giacché, per poter sperare almeno in qualche risultato, non bastano le buone intenzioni dei summit scientifici o politici, o della scrittura di qualche norma, ma occorre saperne comprendere gli impatti sulla società nonché, laddove necessario, avere la forza per fronteggiarne le inevitabili ripercussioni in termini di popolarità.
Già, perché nessuno può responsabilmente ignorare che politiche così impegnative quali sono quelle legate alla sostenibilità, comportino il pagamento di un prezzo in termini di popolarità e di consenso. Un tema questo sicuramente indigeribile per una classe politica protesa sostanzialmente alla ricerca del consenso immediato, in barba a qualsiasi sforzo di immaginare orizzonti di medio-lungo periodo.

Ed è proprio cercando di immaginare un orizzonte credibile, che dico che nessuna seria politica di sostenibilità può prescindere dall'equilibrio fra tre fattori: la sostenibilità ambientale; la sostenibilità economica; la sostenibilità sociale. Tre gambe di un treppiede, che cade se solo una delle tre gambe viene tagliata.
Ma è più facile a dirsi che a farsi: ne sono perfettamente consapevole, ed è proprio in base a ciò che dico che la sfida e ciclopica. Una sfida che richiede la messa in campo di una straordinaria capacità di analisi e di sintesi, nonché di una forte credibilità per far capire ed accettare provvedimenti che comportino anche sacrifici, ma che si rendono necessari per la salvaguardia della vita sul nostro pianeta, quindi per le prossime generazioni.

In questi giorni è in evidenza il tema della Politica Agricola Comune, a causa delle proteste e dei trattori; ma il tema è più ampio e attiene a tutti i settori produttivi. Attiene, tanto per fare un esempio, all'industria (in particolare quella automobilistica) che si trova a dover fare i conti con complesse problematiche legate alla transizione ecologica. Quanto sta accadendo in questi giorni con il gruppo Stellantis ne è una conseguenza, anche se nello specifico non possono essere sottaciuti errori e/o disattenzioni che vengono da lontano.
Ma al di là di questo caso, è sin troppo facile prevedere che, se non si riesce ad immaginare una politica strategica attorno al "Impervio" tema della transizione ecologica, assisteremo ad una serie infinita di proteste di categorie che - di volta in volta - si sentiranno danneggiate: metalmeccanici, chimici, edili, addetti al commercio, e via dicendo.

Ma tornando agli agricoltori, va ricordato che periodicamente hanno inscenato proteste contro la Politica Agricola Comune, delresto una delle prime realizzate dagli organi europei: la PAC è nata infatti nel 1962. Proteste che, come un fiume carsico, di tanto in tanto sono emerse all'attenzione della politica e dell'opinione pubblica: ricorderete, in tempi relativamente recenti, la protesta dei produttori di latte e quella dei forconi. Fatti che la politica ha cercato di cavalcare sperando di lucrare qualche voto.
Questa volta il tema è più complesso giacché, per i prevalenti temi della protesta, si va a confliggere con provvedimenti messi in campo al fine di cercare di rispettare parametri di riduzione delle emissioni di gas serra.
Provvedimenti che si possono anche ritirare per far rientrare la protesta, che preoccupa anche in vista delle ormai prossime elezioni europee di giugno. Ma rimane in piedi l'interrogativo di fondo: l'Europa è in grado di mettere assieme una politica capace di dare una risposta credibile al tema della sostenibilità, sapendo che mai si potrà prescindere dall'equilibrio fra fattore ambientale, economica e sociale?
Oppure dovremo assistere ad un balletto di provvedimenti ideologici puntualmente ritirati di fronte ad una protesta sociale che la politica non potrà reggere?
Una difficoltà che riguarda l'intera Europa, come i fatti di questi giorni stanno a dimostrare.
Del siparietto dei partiti italiani è meglio non parlare per non amareggiarsi troppo...

Entro ora in un'analisi dei temi specifici della protesta, aiutandomi con una scheda trovata su Internet, curata da Rachele Renno.

Da numerosi giorni, prima in Germania e poi in Francia, Italia e altri Paesi europei gli agricoltori scendono in piazza per protestare contro le misure della PAC, la Politica Agricola Comune dell’ Unione Europea. La protesta riguarda vari punti, tra cui aumento dei costi di produzione determinato dall’eliminazione delle agevolazioni per l’acquisto del gasolio, obblighi derivanti dalla necessità di destinare alcune aree agricole alla conservazione della natura e taglio di alcuni sussidi per il settore agricolo.
Ma cos’è la PAC, quali sono i suoi obiettivi e cosa sta accadendo?

Le proteste degli agricoltori europei

Già dallo scorso dicembre in Germania sono iniziate le proteste da parte dei lavoratori del settore agricolo: nonostante il governo di Olaf Scholz avesse promesso dei finanziamenti per la transizione energetica verso le energie rinnovabili e sostegno economico al settore, in realtà è stato costretto a ridurre la spesa pubblica con un conseguente aumento generale delle tasse e un taglio ai sussidi agricoli. Oltre a questo, la possibilità dell’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea ha fatto nascere dei timori sull’impatto dal punto di vista agricolo della ripartizione dei sussidi da parte dell’Unione Europea e sui costi di produzione, essendo questo Paese una grande potenza agricola a livello globale. Oltre alla Germania, la protesta si è estesa anche a Francia, Polonia, Romania, Italia, Belgio, Olanda allargandosi a sempre più Paesi dell'UE.

Le ragioni sono in particolare contro gli effetti scaturiti dalle riforme ambientali della PAC (Politica Agricola Comune dell'Unione Europea) e dall’aumento dei costi. Alcune di queste scelte della nuova PAC derivano dall’ adesione alle scelte del Green Deal europeo, ossia l’insieme delle politiche che la Commissione Europea ha messo in atto per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il Green Deal mette al centro agricoltura e zone rurali, con l’obiettivo “Emissioni Net zero”, che prevede una riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Le richieste degli agricoltori riguardano principalmente sussidi più equi, un ritardo dell’immissione sul mercato europeo della carne sintetica (per cui alcuni Paesi tra cui l’Italia hanno chiesto una dilazione di 12 mesi), e anche misure che regolino l’uso di impianti fotovoltaici su terreni produttivi e la diminuzione del costo dei carburanti.

I motivi delle “proteste dei trattori”

Nel 2020 la Commissione Europea aveva proposto un regolamento che avrebbe dovuto dimezzare l’uso dei pesticidi in agricoltura entro il 2030. Tale proposta è stata notevolmente ridimensionata dal Parlamento europeo nel novembre scorso, dilatando notevolmente i tempi di riduzione e modificando molti criteri per la riduzione progressiva dei pesticidi. Ciò nonostante, molti agricoltori criticano queste misure perché, per quanto improntate a obiettivi di sostenibilità, prevedono delle procedure burocratiche troppo complesse e mancanza di adeguati sussidi e finanziamenti per queste transizioni.
Un ulteriore elemento di preoccupazione, oltre alle misure previste dalla PAC, è quello della concorrenza sleale di Paesi extraeuropei che non hanno l’obbligo di rispettare standard come quelli in vigore dentro l'UE, andando a ledere gli interessi degli agricoltori che protestano contro una mancanza di regolamentazione in quest’ambito.

La protesta e le prossime elezioni europee

Queste proteste che si stanno allargando sempre a più Paesi europei potrebbero rappresentare inoltre un punto importante per le prossime elezioni al Parlamento Europeo che si terranno a giugno 2024: quello che si chiede è un maggiore dialogo e coinvolgimento del comparto agricolo nelle politiche agricole messe a punto dall'UE. Intanto poi, in Germania così come in Francia e Italia, le proteste sono cavalcate da partiti di estrema destra per le proprie battaglie contro le politiche europee, generando un clima di incertezza e tensione che al momento non sembra attenuarsi.

Cos’è la PAC e a cosa serve

La PAC, acronimo di Politica Agricola Comune, si riferisce alle misure politiche messe in atto dall’Unione Europea in merito all’agricoltura e al settore rurale. Fu creata nel 1962 e ogni 7 anni, in base ai cambiamenti economici, sociali, ambientali che avvengono in Europa e nel mondo, viene riprogrammata e modificata con nuove regole e nuovi obiettivi. Il quadriennio PAC 2023-2027 appena iniziato, caratterizzato dalla necessità di contribuire agli obiettivi globali di tutela ambientale e climatica, si compone di dieci obiettivi chiave, tra cui i principali sono: aumentare la competitività, garantire un reddito equo agli agricoltori e sostenere il ricambio generazionale, agire per contrastare i cambiamenti climatici,  proteggere la qualità degli alimenti e la salute, promuovere l’occupazione nel settore agricolo, salvaguardare le zone rurali dell’UE, favorire la gestione sostenibile delle risorse.
La PAC è finanziata tramite due fondi: il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) di circa 291 miliardi di euro per i prossimi sette anni ,che si occupa di fornire sostegno diretto agli agricoltori e a finanziare misure di sostegno e regolamentazione dei mercati. Il secondo è il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) di 95 miliardi di euro dal 2023 al 2027, che finanzia lo sviluppo rurale attraverso misure che favoriscano la gestione sostenibile delle risorse naturali, la competitività del settore agricolo, la sostenibilità delle comunità rurali rispetto al territorio. La nuova PAC per il quadriennio 2023-2027 deve anche contribuire a rispettare i contenuti del Green Deal europeo, per quanto riguarda agricoltura e zone rurali, tutelando la biodiversità e gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Unione. Gli agricoltori che intendono beneficiare del sostegno economico di specifiche misure della PAC devono applicare di volta in volta dei sistemi di allevamento o di coltivazione improntati a determinate regole di buona condotta agronomica e ambientale.

Lucca, 7 febbraio 2024

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