Di Paolo Buchignani (1)
Hamas è una formazione politica terroristica, che ha compiuto un’orrenda strage di civili inermi. Lo ha fatto non per favorire i palestinesi, che usa come scudi umani a Gaza, ma per impedire un disgelo fra Israele e alcuni paesi arabi: disgelo che avrebbe potuto avvicinare la possibilità di far nascere, finalmente e auspicabilmente, uno Stato palestinese, e quindi servire davvero la causa di quel popolo arabo senza patria, condannato da oltre settant’anni a vivere in condizioni intollerabili. Hamas non si propone questo obiettivo (due popoli, due stati, l’unico realistico), ma l’annientamento di Israele, (allontanando, di fatto, la soluzione del problema), e la destabilizzazione di tutto il Medio Oriente a favore di Stati canaglia come l’Iran e la Russia, probabili mandanti di quanto accaduto il 7 ottobre (Putin ha interesse a impegnare l’Occidente su di un altro teatro di guerra in modo da ridurne il sostegno all’Ucraina).
Israele è una democrazia, che, però, il governo di estrema destra di Netanyahu, già da tempo, sta cercando di trasformare in una autocrazia. Parallelamente, lo stesso governo, ha assunto una condotta sempre più oppressiva e discriminatoria verso i palestinesi (fatti oggetto, addirittura, in Cisgiordania, di una sorta di pulizia etnica ad opera dei coloni israeliani sostenuti dall’esercito), favorendone la radicalizzazione a favore di Hamas; il quale, dunque, trae alimento dall’estremismo del governo di Tel Aviv. Insomma, il movimento terrorista e l’aspirante dittatore Netanyahu si alimentano a vicenda, creando una spirale di odio che di certo non favorisce la pacifica convivenza fra i due popoli.
Il capo del governo israeliano, poi, oltre ad essere fortemente indiziato di gravi episodi di corruzione, ha clamorosamente fallito nel proteggere i suoi cittadini dall’attacco terroristico del 7 ottobre. In seguito al quale, anziché operare con un lavoro di intelligence per colpire Hamas, ha invaso la striscia di Gaza, sperando, col mostrare i muscoli, di salvare la sua disastrata carriera politica. A Gaza, capi e militanti di Hamas sono mischiati alla popolazione, sono insediati in scuole, ospedali, civili abitazioni; dunque è impossibile colpirli senza massacrare migliaia di persone innocenti, come, di fatto, è avvenuto e sta avvenendo (siamo già oltre le 11.000 vittime, compresi almeno 4000 bambini) e come certo Netanyahu ben sapeva: ma cosa conta tutto questo e anche la vita dei 240 ostaggi nelle mani dei terroristi, di fronte al suo tentativo (improbabile, credo) di sopravvivere politicamente? I bombardamenti israeliani sui civili sono crimini contro l’umanità, anche se privi dell’intenzionalità di quelli commessi dalla parte avversa. E poi, quali saranno i risultati conseguiti da questa scellerata invasione di Gaza? 1) Hamas non sarà annientato, perché i suoi capi e molti militanti non si trovano lì (sono nel Qatar, in Cisgiordania e altrove); anzi, questa azione militare israeliana rischia di rafforzare politicamente il movimento terrorista, conferendogli la corona del martirio, e di indebolire l’autorità palestinese moderata, l’unico possibile interlocutore per un’intesa necessaria sui due popoli e due Stati; 2) questa medesima azione, inoltre, rischia di scatenare nel mondo una pericolosa ondata di antisemitismo (con conseguenti rigurgiti neo-nazisti), di cui già si vedono le avvisaglie; 3) getta discredito sulle democrazie (essendo Israele una democrazia, almeno per ora) e quindi favorisce il diffondersi di un pericoloso relativismo (l’idea errata che le democrazie non sono migliori delle dittature, perché anch’esse violano i diritti umani), avvantaggiando, di conseguenza, le autocrazie; 4) potenzia e diffonde nel mondo quell’avversione all’Occidente democratico, già largamente presente e sostenuta dai regimi autocratici; 5) potrebbe favorire, negli Stati Uniti, l’indebolimento di Biden e l’infausto ritorno di Trump; 6) infine, e non certo da ultimo per importanza, questa invasione di Gaza alimenta enormemente le tensioni internazionali con conseguenze imprevedibili.
(1) Paolo Buchignani
Storico, studioso del ‘900, già docente di Storia Contemporanea, Università per Stranieri di Reggio Calabria
Socio ordinario dell’Accademia lucchese di Scienze, Lettere e Arti
Lucca, 3 dicembre 2023