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Referendum Popolari del 12 e 13 giugno 2011: alcune riflessioni ed una breve guida al voto

di Paolo Razzuoli

Domenica 12 e lunedi' 13 giugno 2011 gli elettori italiani saranno chiamati a votare per quattro referendum popolari abrogativi.

I quesiti riguardano sicuramente temi di grande importanza e di forte impatto emotivo. Questioni che pero', a seguito delle semplificazioni tipiche della propaganda, rischiano di essere proposte in modo sbrigativo, quindi non facilmente valutabili dagli elettori.
Ovviamente mi tengo ben distante dall'esprimere giudizi negativi su uno strumento di democrazia qual e' il referendum. qualche dubbio mi venga consentito sull'uso che, soprattutto negli ultimi decenni, se n'e' fatto.
Infatti, sempre piu' di sovente ha assunto la connotazione di un referendum manipolativo, cioe' un intervento su parti delle normative che cosi' vengono modificate cambiandone, conseguentemente, il senso originario. Insomma non si chiede l'abrogazione di una intera legge, bensi' di parti di esse, fra di loro a volte anche molto distanti, in modo da ottenere una riscrittura della norma. I quesiti risultano ovviamente sempre piu' complessi quindi difficilmente comprensibili.

Penso che ben altro fosse lo scenario che immaginavano i Padri costituenti allorche' hanno previsto lo strumento del referendum abrogativo nella nostra Costituzione.

Qualche riflessione merita poi la questione del quorum. E' noto che il referendum e' valido solo se si reca alle urne la meta' piu' uno degli aventi diritto.
Contrariamente a quanto ho in questi giorni sentito dire da esponenti referendari, della prima o della seconda ora che siano, ritengo che tale disposizione sia deltutto legittima.
Il referendum abrogativo e' uno strumento attivato - nel nostro ordinamento costituzionale - sulla richiesta di un certo numero di cittadini e precisamente di un minimo di cinquecentomila elettori.
Non si tratta quindi di una scadenza formale del funzionamento democratico delle istituzioni di governo, nazionale o locale che sia, bensi' di una occasione di indicazione politica rispetto alla quale la posizione di non partecipazione assume il significato di una scelta avente una fisionomia ben precisa.
Non si puo' quindi affermare che la non partecipazione si configuri come un disinteresse o una mancanza di dovere civico.
Io non ho mai disertato una elezione politica e/o amministrativa mentre mi sono piu' volte astenuto dal voto referendario. L'ho fatto a seguito di una precisa valutazione politica sui requisiti, pur con cio' ritenendo di non aver mancato ad alcun dovere civico.

E' auspicabile che l'espressione del voto sia il frutto di una attenta valutazione del merito dei requisiti e non l'espressione di posizioni politiche generali quindi riguardanti il governo e la sua maggioranza.

Nel rispetto di ogni opzione possibile, Ritengo opportuno offrire ai lettori di Fucinaidee alcune indicazioni che potranno risultare utili per meglio comprendere il significato dell'ormai imminente appuntamento referendario.

Quando si vota

Si vota domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011 per quattro referendum popolari abrogativi.
I seggiresteranno aperti dalle ore 8.00 alle ore 22.00 di domenica 12 e dalle ore 7.00 alle ore 15.00 di lunedì 13 giugno 2011.

Si vota presentando la tessera elettorale e un documento di identità. Sulla tessera elettorale e' indicato il numero e l'indirizzo del seggio elettorale presso il quale votare. Chi avesse smarrito la tessera elettorale o non l'avesse ricevuta, la può richiedere all'Ufficio Elettorale del Comune.

Per gli elettori che hanno necessita' del voto assistito e per quelli dipendenti da apparecchiature elettromedicali, valgono ovviamente le disposizioni vigenti per ogni tipologia di elezione.

Come si vota

Si vota tracciando un segno sul rettangolo che contiene il SI o sul rettangolo che contiene il NO.
Si raccomanda all’elettore di non sovrapporre le schede elettorali una sull’altra al momento dell’espressione del voto, per evitare che il segno di voto tracciato su una scheda sia visibile sulle altre sottostanti.

Votando SI, il cittadino esprime la volontà di abrogare le norme sottoposte a referendum.
Votando NO esprime la volontà di mantenere in vigore le norme sottoposte a referendum.
E' possibile ritirare, e quindi votare, anche solamente la scheda per uno o per alcuni dei quesiti referendari.

Affinché il referendum sia valido, deve recarsi alle urne il 50% più uno degli aventi diritto al voto.

Quesiti referendari

Ecco le denominazioni sintetiche, formulate dall’Ufficio Centrale per il referendum costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, in relazione a ciascuno dei quattro quesiti referendari dichiarati ammissibili:

a) referendum popolare n. 1 - ( scheda di colore rosso)

Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione;

Vota SI chi vuole abrogare determinate norme.
Vota NO, invece, chi vuole che le stesse norme rimangano in vigore.

b) referendum popolare n. 2 – ( scheda di colore giallo )

Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma;

Vota SI chi vuole abrogare determinate norme.
Vota NO, invece, chi vuole che le stesse norme rimangano in vigore.

c) referendum popolare n. 3 – ( scheda di colore grigio )

Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme;

Vota SI chi vuole abrogare determinate norme.
Vota NO, invece, chi vuole che le stesse norme rimangano in vigore.

d) referendum popolare n. 4 – ( scheda di colore verde chiaro )

Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

Vota SI chi vuole abrogare determinate norme.
Vota NO, invece, chi vuole che le stesse norme rimangano in vigore.

Lucca, 8 giugno 2011

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