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Lettera aperta ALL'ASSESSORE REGIONALE ALLA PARTECIPAZIONE, AGOSTINO FRAGAI.

Comitato per il Referendum di Massa (dr. L. Faenzi)
Italia Nostra di Massa Carrara (ing. B. Giampaoli)
Comitato "Lucca per una Sanità Migliore" (dr. R. Papeschi)
Circolo di Legambiente di Pistoia (dr. Antonio Sessa, ing. F. Matteoni) Officina Politica di Pistoia (dr. M. Chessa)

Abbiamo seguito il dibattito, svoltosi a Forte Dei Marmi in data 06-06-08, sulla nuova legge regionale sulla partecipazione, e le mettiamo per scritto alcuni rilievi sui contenuti e modalità del programma sanitario regionale di Area Vasta, che brevemente sono stati detti a voce nel tempo riservato agli interventi del pubblico.

Le procedure

Quanto alle procedure, come fatto rilevare dal presidente di Italia Nostra di Massa, ing. B.Giampaoli, sul programma di Area Vasta è mancata completamente da parte della Regione la concertazione con la base. Tanto è vero che i siti, in particolare quello di Massa, sono stati scelti in sede politica senza tenere nella dovuta considerazione le problematiche geomorfologiche, ambientali, di salubrità e qualsiasi problema socio economico ad essi connessi. In breve, tutto il contrario di ciò che è scritto nella legge sulla partecipazione. Non sono stati interpellati preventivamente nè gli ordini professionali, il collegio degli infermieri, le organizzazioni sindacali, le associazioni ambientalistiche, nè tanto meno sono stati informati sui contenuti i cittadini; quando i cittadini hanno espresso il oro parere contrario, le loro firme (5 mila a Massa) sono state annullate con un trucco "legale". Siamo stati costretti a costituire un comitato ad hoc reattivamente al modo di procedere autoritaristico di Regione-Comuni-Provincie-ASL, con decisioni calate sulle nostre teste.
Come qualcuno ha detto nel convegno di Forte dei Marmi, prevenire è meglio che curare. Però quando non si fa prevenzione come in questo caso, si è costretti a ricorrere ai rimedi posteriormente.

Le nostre riserve sui contenuti

Perchè le nostre riserve sui contenuti del programma? Si concentra, giustamente, l'assistenza sanitaria più avanzata nelle tre sedi universitarie toscane (più Grosseto?). Nessuno pretende di avere la Neurochirurgia a Lucca o la PET a Prato. Si deve però garantire un'assistenza di base uguale in tutte le provincie. Il programma di Area Vasta prevede la costruzione di quattro nuovi ospedali di alta intensità di cura con i seguenti parametri: posti-letto indicizzati a 2,5 per mille ab., contro la media nazionale oscillante fra 4 e 5 p.l.; degenza media: 5 giorni, contro la media nazionale di 9-10 giorni e media toscana di circa 7 giorni; superficie quadrata per posto letto: 100 mq contro la media nazionale degli ospedali di nuova costruzione di circa 150 mq (cf. allegato CGIL di Prato). Quindi ospedali più piccoli, solo per acuti e con meno posti-letto. Per quanto riguarda la media e lungo degenza sono previste piccole aree all'interno dei nuovi ospedali, che comunque dovranno rientrare nella media complessiva di degenza dei 5 giorni.
La Regione intende sopperire a ciò con il cosidetto "Ospedale di Comunità". Questo non è un ospedale, è un presidio assistenziale di 12-16 pl, gestito dal coordinatore del distretto sociosanitario, in cui è presente solo personale infermieristico e il medico di base che "assicura gli accessi programmati all'atto del ricovero, comunque non inferiori a due settimanali (sic!)" (delibera CR n° 384 del 25-11-97). Le auguriamo, se disgraziatamente lei avesse una patologia qualsiasi che richieda ricovero in regime di degenza ospedaliera a tempo eccedente i "5 giorni di degenza media" previsti dalla Regione, di non andare a finire in un Ospedale di Comunità (nè ovviamente in quello sussidiario per malati terminali).

Le prevedibili obiezioni

Sentiamo già l'obiezione di Rossi: il programma cosidetto di "deospedalizzazione", varato dalla Regione (delibera C.R. n° 31 del 12-02-03), prevede il progressivo spostamento dell'assistenza dall'ospedale al territorio. Benissimo, anche a noi piacerebbe, quando ne avremo bisogno, essere curati a casa. Non sembra però che attualmente esista questa possibilità, nè la tendenza dei programmi sanitari va in quella direzione. Quanti sono gli infermieri che operano attualmente sul territorio e quanti accessi giornalieri sono in condizione di assicurare a chi ne ha effettivamente bisogno? Molto pochi e insufficienti. Come fa un medico di base con 1000 o più assistiti, ambulatorio, aggiornamento ecc, a garantire la reperibilità per le urgenze o anche l'assistenza continuativa a domicilio per un malato cronico? E' impensabile. Consideriamo poi la notevole spesa per garantire un'efficace assistenza a domicilio. La Regione ci stà riproponendo quello che è stato il dramma dei malati mentali dopo la legge 180/78. Chiusi gli Ospedali Psichiatrici, le uniche strutture "alternative" (poche) sono solo a conduzione sociale (case-famiglia, RSA etc), che non sono in grado di assistere adeguatamente la psicopatologia cronica. Chi ha uno psicotico in casa si arrangi; e così sarà d'ora in poi per chi avrà un malato cronico di qualsiasi genere.

Destinazioni e finanziamenti

Il finanziamento dei quattro nuovi ospedali, oltre alla parte proveniente dal governo e quella dal discutibile istituto del project financing, deriva in parte "dai proventi derivanti dalla necessaria alienazione dei presidi da dismettere e comunque dei beni da reddito" (delibera C.R. n°202 del 23-12-02). Questo è il principio in base al quale è stato deciso di vendere le aree e i fabbricati dei vecchi ospedali, situati in zona urbana centrale ad alto prezzo edilizio, e costruire i nuovi presidii in zona periferica su terreni da acquisire a prezzi di esproprio. Questo principio non tiene alcun conto degli interessi della cittadinanza, che sarà certamente disagiata dal decentramento, ma è solo finalizzato a ragioni di budget. La sua battuta a Forte dei Marmi: "Anche statisticamente non è possibile che siano sbagliate 4 localizzazioni su 4" sarebbe giusta se le scelte fossero state fatte a caso, gli eventi fortuiti danno sempre una probabilità di successo del 50%. Invece le scelte della localizzazione sono, è vero, state fatte dai vari Comuni, ma hanno però dovuto uniformarsi al principio indicato dalla Regione. Se la scelta è fatta sulla base di un principio sbagliato, inevitabilmente conduce all'errore nel 100% dei casi.

Richieste conclusive

Chiediamo pertanto un suo intervento presso l'assessore Rossi al fine di rivedere le linee programmatiche che, secondo noi, sono in contrasto con il dettato costituzionale del diritto alla salute uguale per tutti i cittadini italiani e toscani. Non si possono creare disparità fra città universitarie e piccole sedi provinciali, se non per quanto concerne l'alta specializzazione. Confidiamo che il suo assessorato sia specificamente competente in questa materia, relativamente alle grandi decisioni di interesse pubblico.
In attesa di una sua cortese risposta,

Comitato per il Referendum di Massa (dr. L. Faenzi)
Italia Nostra di Massa Carrara (ing. B. Giampaoli)
Comitato "Lucca per una Sanità Migliore" (dr. R. Papeschi)
Circolo di Legambiente di Pistoia (dr. Antonio Sessa, ing. F. Matteoni)
Officina Politica di Pistoia (dr. M. Chessa)"

Per conoscenza a:
Ministro del Welfare (SACCONI)
Ministro dei Beni Culturali (BONDI)
Ministro dell’Ambiente (PRESTIGIACOMO)

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